La pelle di Epimenide. Una raccolta
di scritti oracolari nell'antica Grecia
di Nicola Reggiani
dicembre 2018
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“Esiste un’antica espressione che si riferisce a tutto ciò che viene considerato meraviglioso o prodigioso: si dice, di quello, che è come la pelle di Epimenide” (Charles de Batz)
Nel mondo greco arcaico fiorisce la leggenda della misteriosa “pelle di Epimenide”, l’epidermide di un famoso sapiente e indovino cretese che si diceva fosse stata ritrovata piena di enigmatiche scritture, identificabili con gli oracoli o i canti rituali che egli avrebbe declamato nel purificare Atene da una terribile maledizione, alla vigilia delle riforme politiche di Solone. La possibilità – indagata nel volume – che si tratti più concretamente di una collezione di scritti su rotolo o fogli di pelle animale, creata ad Atene sotto la tirannide pisistratide e poi trafugata dagli Spartani, non toglie fascino al complesso intrico di religione, superstizione, politica, guerra e scrittura che viaggia da Creta alla Grecia, dalla corte persiana di Susa alla poesia ellenistica di Callimaco, dal protocristianesimo di San Paolo a Erasmo di Rotterdam, per approdare, ancora intatto e tangibile, fino ai giorni nostri.
Introduzione
1. Le origini: Epimenide ad Atene
2. La pelle di Epimenide e la raccolta di testi oracolari ad Atene
3. Cleomene e il trasferimento della raccolta oracolare a Sparta
4. Ritorno ad Atene: oracoli ‘epimenidei’ dopo Cleomene
5. Epimenide ‘cristiano’, tra San Paolo e il Talmud
6. Un enigma antico nell’immaginario moderno: da Erasmo di Rotterdam a oggi
Appendice 1. La raccolta ‘orfica’ dei Licomidi, un pendant alla “pelle di Epimenide”?
Appendice 2. Bibliopegia antropodermica: uomini che si fanno libri
Bibliografia
Indici
Nicola Reggiani è ricercatore t.d. di Papirologia all'Università di Parma.
stampa: dicembre 2018
ISBN: 978-88-32158-07-6
numero di pagine: 133
prezzo di copertina: € 16,00